TELEMEDICINA E SANITÀ INTEGRATIVA OPPORTUNITA’ PER GLI ASSISTITI

Il Fasi: “Servono linguaggi comuni a tutti gli attori”

L’emergenza Covid-19 ha messo in evidenza le potenzialità della tecnologia a servizio di modelli di “connected care” in cui le soluzioni digitali sono poste a servizio dei percorsi di cura della popolazione realizzando un sistema in cui a viaggiare sono prevalentemente i dati, standardizzati e interoperabili a livello internazionale, anziché i pazienti.

Per realizzare un modello completo è fondamentale considerare tutti gli attori coinvolti nella gestione dei dati dei pazienti in una logica condivisa in cui anche i fondi sanitari integrativi possano contribuire – con i loro servizi ed i relativi dati generati – alla creazione di un ecosistema digitale aperto ed interconnesso a servizio di un progetto Paese.

Il Fasi – Fondo Sanitario Integrativo dirigenti industriali – da sempre impegnato nell’innovazione nel settore sanitario, ha scelto il contesto di Connext2021 per mettere in luce le opportunità che si potrebbero generare a favore dei servizi di sanità integrativa nell’interesse degli assistiti.

I servizi di medicina a distanza rappresentano una grande opportunità per riflettere sul futuro ruolo che i fondi sanitari possono ricoprire all’interno del SSN – dichiara Stefano Cuzzilla, Presidente di Federmanager-. Ci conforta sapere che il PNRR preveda un investimento di 1 miliardo dedicato specificatamente alla Telemedicina e auspichiamo che siano stabilite il prima possibile regole di giococomuni a tutti gli attori. La sinergia tra il secondo pilastro e il SSN non può che passare per la condivisione dei dati delle persone, nel rispetto della proprietà e dalla titolarità di quest’ultimi, per migliorare il governo della spesa pubblica e privata e garantire qualità ed efficienza dei percorsi di cura”.

Confindustria sta riservando grande attenzione al tema della digitalizzazione del sistema sanitario ed in particolare dei servizi di medicina a distanza – spiega Francesca Mariotti, Direttore Generale di Confindustria –. Il fatto che insieme a Federmanager abbiamo deciso di avviare un progetto strategico di telemedicina nel principale fondo sanitario del nostro sistema testimonia il nostro impegno in termini di innovazione e di attenzione agli assistiti. Come avvenuto anche in passato, l’auspicio è che il Fasi insieme ad IWS – Industria Welfare Salute – anche sulla medicina a distanza possa rappresentare un modello di riferimento per le Istituzioni e per il mercato”. 

L’indagine pilota condotta dal Fasi nel 2021 su un campione rappresentativo dei fondi sanitari integrativi censiti dall’Anagrafe del Ministero della Salute ha evidenziato che solo il 29% dei fondi ha adottato soluzioni “stabili” di medicina a distanza e rileva una grande frammentazione di soluzioni scelte. Di questi il 60% offre agli assistiti le prestazioni gratuitamente, di cui il 40% a coloro che soddisfano particolari condizioni anagrafiche-medico-cliniche e solo il 20% a tutta la popolazione assistita. Per il 40% le prestazioni sono semplicemente oggetto di rimborso. Nessuna delle soluzioni adottate dai Fondi rispondenti è integrata e/o collegata con il Fascicolo Sanitario Elettronico.

Nell’interesse generale sarebbe auspicabile raggiungere l’interoperabilità delle piattaforme di telemedicina comprese quelle dei fondi sanitari – affermaCaterina Miscia, Direttore Generale del Fasi-. È il momento di pensare a come integrare i servizi per migliorare la sostenibilità complessiva del sistema. Basterebbe immaginare soluzioni in cui i fondi possano promuovere modelli di prevenzione attiva e/o monitoraggio di patologie croniche attraverso servizi innovativi, e definire le modalità di condivisione dei dati raccolti sul singolo individuo andando oltre la dicotomia pubblico – privato”.

NELLA FOTO

Caterina Miscia, Direttore Generale del Fasi

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