Essere medico e fare ricerca, la scelta (non facile) di tre professioniste dell’ASST Gaetano Pini-CTO

Nella Giornata dedicata alle donne e alle ragazze nelle scienze, l’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano racconta tre storie di professioniste che hanno scelto di dedicarsi alla ricerca clinica

La passione per il proprio lavoro e la voglia di conoscenza sono i
fattori in comune che legano la scelta di fare ricerca clinica, oltre che occuparsi di assistenza, fatta
dalla dott.ssa Nicoletta Del Papa, Reumatologia Clinica, dalla dott.ssa Chiara Fossati, Prima Clinica
Ortopedica e dalla dott.ssa Silvia Spinelli, Ortopedia Oncologica dell’ASST Gaetano Pini-CTO. Tre
donne, tre professioniste, tre percorsi diversi: l’ASST sceglie di raccontare le loro storie in
occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza che si celebra
l’11 febbraio. Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la Giornata ha lo scopo di porre
l’attenzione sulla necessità di aumentare la partecipazione delle donne e delle ragazze allo
sviluppo della ricerca scientifica, obiettivo fondamentale per raggiungere l’uguaglianza di genere
anche in quest’ambito.
“L’ASST Gaetano Pini-CTO da oltre un secolo è un centro di eccellenza riconosciuto per il suo
impegno nella formazione delle nuove generazioni di medici. Il Comitato Tecnico Scientifico,
istituito nel 1999, ha come obiettivo quello di stimolare, coordinare e organizzare le attività di
ricerca, oltre a quelle didattiche, favorendo gli scambi di esperienze e dei risultati raggiunti, con gli
specialisti di altri settori della medicina e delle scienze a essa collegate. Tra i nostri obiettivi c’è
quello di garantire pari opportunità ai nostri professionisti, siano essi uomini o donne, premiando il
merito e non il genere”, spiega il prof. Pietro Simone Randelli, Direttore del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ASST Gaetano Pini-CTO.
Se è vero che rispetto al passato c’è una maggiore presenza di medici donna, è anche vero che per
alcune discipline il divario tra numero di uomini e donne è ancora troppo ampio. “L’Ortopedia è
una specialità che si distingue tra le altre per un record negativo sulla quota delle donne a ogni
livello di carriera. I dati degli ultimi 10 anni comparati con le altre specialità chirurgiche mostrano
un trend sostanzialmente invariato che solo negli ultimi anni sta avendo un lieve incremento”,
spiega la dott.ssa Silvia Spinelli, parte dell’equipe medica di Ortopedia Oncologica dell’ASST
Gaetano Pini-CTO e a capo della Commissione Pari Opportunità e Medicina di Genere della Società
Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) per la quale si è occupata di stilare un report sulla
rappresentanza delle chirurghe in Ortopedia a livello nazionale. “Ritengo che l’appartenenza a un
genere non sia garanzia sull’agito di atteggiamenti discriminatori. Non è in alcun modo una lotta
tra uomini e donne. Il problema della rappresentatività è un tema più attuale e importante perché
ha un impatto molto forte sulla qualità delle cure alla popolazione, in quanto riduce l’unconsciuos
bias. La letteratura in questo campo e ampia e molto solida”. La dott.ssa Spinelli, sin dalle prime
fasi della sua carriera, ha affiancato la ricerca alla pratica clinica. “Questo – dice – mi permette di

dare delle risposte a domande ancora aperte”. Nel corso del suo dottorato si è occupata di
mettere appunto un programma per la valutazione della stima di sopravvivenza dei pazienti
metastatici: “La valutazione delle variabili del programma (Pathfx) portava una predittività del
70% e permetteva ai chirurghi di poter dare il miglior trattamento possibile aumentando la
qualità della vita dei pazienti ed evitando percorsi terapeutici più faticosi o di maggior impatto. Un
chirurgo con grande esperienza può non aver bisogno di un simile supporto, ma la ricerca deve
aiutare tutti i professionisti a prendere la decisione migliore, riducendo il bias personale del
clinico”. Al momento è a lavoro sugli Skeletal releated events, ovvero nello studio delle metastasi
ossee che generano complicanze. “Mi piacerebbe che una collega che vuole intraprendere la mia
stessa professione, che poi è una passione, riesca a mantenere viva la fiamma, a non introiettare
stereotipi negativi che possano impattare sulle sue possibilità di crescita”, conclude la dott.ssa
Spinelli.
Fiamma che a volte può ardere meno, quando la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro diventa
più difficile. “Essere un medico e fare anche ricerca vuol dire che è necessario dedicare al lavoro
molto tempo, dividersi tra i turni in ospedale e la raccolta e l’analisi dei dati. Non è semplice per le
giovani donne che hanno figli. Costa fatica mantenere l’equilibrio, ma essere un medico che si
occupa anche di ricerca vuol dire fare un lavoro che ti dà molta soddisfazione e che ti permette di
confrontarti con i colleghi di tutto il mondo”, racconta la dott.ssa Chiara Fossati, parte dell’equipe
medica della Prima Clinica Ortopedica dell’ASST Gaetano Pini-CTO. Un sogno e una passione,
quella per la ricerca, che la dottoressa coltiva sin da bambina: “Mio padre, ricercatore, è stato il
mio primo maestro. Mi ha trasmetto l’entusiasmo per la conoscenza ma anche l’importanza della
dedizione e del rigore nello svolgere seriamente la ricerca scientifica. Poi, lungo il mio percorso, ho
incontrato il prof. Randelli, Direttore del Comitato Tecnico Scientifico, che mi ha spinta a
trasformare la mia passione in un lavoro. È grazie a loro che oggi lavoro su progetti di ricerca legati
a terapie biologiche innovative per la rigenerazione dei tessuti, come l’uso delle cellule staminali
mesenchimali da tessuto adiposo come adiuvante nel trattamento chirurgico elle lesioni dei tendini
della cuffia dei rotatori”. La scelta dei maestri è molto importante, sottolinea la dottoressa: “Alle
giovani donne che vogliono intraprendere questa carriera dico di non lasciarsi influenzare
dall’ambiente, il merito e l’impegno verranno comunque riconosciuti e premiati dai bravi maestri,
maschi o femmine che siano”.
La valorizzazione dell’impegno del ricercatore è un altro dei grandi temi con cui dovrà raffrontarsi
chi decide di intraprendere questa carriera, come dice la Dott.ssa Nicoletta del Papa,
Responsabile della Scleroderma Clinic, Reumatologia Clinica ASST Gaetano Pini-CTO: “Non mi sono
mai sentita discriminata in quanto donna, ma mi sono sentita spesso poco valorizzata. Nel nostro
Paese infatti non è ancora chiaro il valore che ha la ricerca scientifica, soprattutto nell’ambito
clinico. I medici che hanno la possibilità, come accade nella nostra ASST, di seguire pazienti con
malattie rare e approfondire mediante la ricerca i meccanismi di malattia, offrono certamente un
servizio altamente qualificato al paziente”. È proprio grazie alla ricerca che la Dott.ssa Del Papa ha
approfondito nel corso degli anni l’utilizzo nella Sclerosi Sistemica di terapie altamente innovative
come il trapianto di cellule staminali autologhe e più recentemente, sempre nell’ambito delle
medicina rigenerativa, ha messo a punto, per la prima volta al mondo, la procedura del lipofilling
nel trattamento delle ulcere vascolari nei pazienti affetti da Sclerosi Sistemica. “Le ulcere
sclerodermiche sono il risultato del coinvolgimento vascolare da parte della malattia autoimmune

e costituiscono una complicanza frequente in corso di sclerodermia, rappresentando un problema
estremamente doloroso, invalidante e di difficile trattamento, con tempi di guarigione spesso
molto lunghi”, spiega l’esperta. L’efficacia del trattamento è legata alla presenza, nell’ambito del
grasso, di cellule staminali, cellule cioè in grado di moltiplicarsi e differenziarsi in varie tipologie
cellulari provvedendo quindi a “rigenerare” i tessuti malati, portando alla guarigione delle ulcere.
“Poter migliorare la qualità di vita dei pazienti, grazie all’impegno di tempo ed energie mi ha reso
una professionista e una persona migliore. Per questo, alle ragazze che vogliono dedicarsi alla
ricerca dico di perseguire la propria passione e i propri ideali, perché poi i risultati ripagano di
tutti i sacrifici fatti”, conclude la Dott.ssa Del Papa.

BIOGRAFIE
Dott.ssa Silvia Spinelli


Mi sono laureata all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso
Ospedale Universitario in Ortopedia e Traumatologia. Ho poi conseguito un Master di II livello in
“Patologia degenerativa del ginocchio” e successivamente un Dottorato in Scienze Oncologiche
con una ricerca sulla Patologia Metastatica Ossea. Lavoro come ortopedico nell’equipe di
Ortopedia Oncologica dell’ASST Gaetano Pini-CTO
Dott.ssa Chiara Fossati


Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia e, successivamente, specializzata in Ortopedia e
Traumatologia presso l’Università degli Studi di Milano. Ho svolto una fellowship di 3 mesi a Lione
sulla chirurgia di spalla. Sono stata assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano e,
presso la stessa Università, svolgo attività didattica in qualità di cultore della materia in Ortopedia
e Traumatologia. Lavoro come ortopedico nell’equipe della I Clinica Ortopedica dell’ASST Gaetano
Pini-CTO.
Dott.ssa Nicoletta Del Papa


Laureata presso l’Università degli Studi di Milano, mi sono specializzata in Immunologia Clinica e
successivamente Medicina Interna. Prima di arrivare al Dipartimento di Reumatologia e Scienze
Mediche dell’ASST Gaetano Pini-CTO, mi sono occupata di ricerca presso la Clinica Medica del
Policlinico di Milano occupandomi di Lupus e anticorpi anti-fosfolipidi, cellule endoteliali e cellule
staminali. Alla mia formazione hanno contribuito anche periodi di soggiorno presso l’Istituto Mario
Negri, Il Tel-Hashomer Hospital di Tel Aviv, il St. Thomas Hospital di Londra ed il Dipartimento
d’Immunologia di Ginevra. Grazie alla collaborazione con il Centro trapianti di Midollo del
Policlinico di Milano, sono referente nazionale per i Trapianti di cellule staminali nella Sclerosi
Sistemica. Sono autrice di articoli su riviste scientifiche internazionali.


L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Gaetano Pini-CTO, punto di riferimento per l’ortopedia, la
riabilitazione specialistica, la reumatologia e la neurologia, a livello nazionale, comprende a Milano tre
presidi ospedalieri: il Gaetano Pini, il CTO e il Polo Riabilitativo Fanny Finzi Ottolenghi. L’ASST Gaetano Pini-
CTO – evoluzione della Scuola Ortopedica milanese nata nel 1874 – è specializzata in patologie e traumi
dell’apparato muscolo-scheletrico, reumatologia e fisiatria. L’Azienda accoglie ogni anno più di 800mila
utenti e i suoi specialisti lavorano con le più sofisticate tecniche di imaging, attraverso sale operatorie sia

convenzionali sia dotate delle ultime tecnologie. L’ASST Gaetano Pini-CTO è centro erogatore per la presa in
carico dei pazienti cronici nell’ambito delle patologie reumatologiche e della Malattia di Parkinson.

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