L’Accademia di Medicina di Torino: organizzata la riunione scientifica “La gestione del dolore neuropatico”

di Piergiacomo Oderda

L’Accademia di Medicina di Torino organizza una riunione scientifica dal titolo
“La gestione del dolore neuropatico”. L’incontro è introdotto da Maria Teresa
Giordana, Professore Ordinario di Neurologia e socio dell’Accademia. I relatori


sono Giuseppe Lauria Pinter, Professore Ordinario di Neurologia, Università di
Milano e Direttore Scientifico Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo
Besta” e Nicola Luxardo, Specialista in Anestesia, Rianimazione, Terapia del
Dolore, Città della Salute e della Scienza, Torino.


Paola Caramella per il programma “Podcast” di Sestarete intervista il prof.
Lauria Pinter. «Cosa s’intende per dolore neuropatico?». Può dipendere da vari
fattori ma si tratta di una complicanza di una lesione o di un’alterazione
funzionale che intercorre e influenza il normale funzionamento del sistema
somatosensoriale attraverso il quale le fibre sensitive (quelle che ci permettono
di percepire il caldo, il freddo, il dolore) sono alterate. E’ un sistema molto
complesso che parte dalla periferia, dalla pelle, dai muscoli, dalle articolazioni.
Risale con i nervi lungo il midollo e raggiunge il cervello. Le lesioni possono
avvenire in una qualunque sede di questo lungo tragitto, possono determinare
un’alterazione delle funzioni che si traduce sia in riduzione sia in alterazione
della nostra percezione di sensibilità. Possiamo sentire meno il caldo, il freddo,
il tatto, gli stimoli dolorosi. Insieme a queste ci sono manifestazioni come la
comparsa di dolore detto neuropatico che può essere spontaneo (p. es.,
sensazione di bruciore al piede, di costrizione, di caldo o freddo intenso)
oppure evocato, indotto da stimoli non dolorosi come il tatto, la camicia,
l’acqua come avviene nella nevralgia post erpetica (“fuoco di Sant’Antonio”).
Talvolta compare un dolore che si identifica nella visita come accentuazione alle
sensazioni di normale sensibilità.
La giornalista pone una questione sulle cause. Il danno ai nervi periferici è
l’evento più comune. Il diabete è una causa frequente del malfunzionamento
dei nervi periferici che si traduce per il venti per cento dei pazienti in dolore
neuropatico. Anche la neuropatia da farmaco chemioterapico è tra le prime
cause dell’abbandono della terapia stessa.
Paola Caramella chiede quali siano le terapie. Dipendono dal rischio che una
persona ha di sviluppare effetti collaterali. Ci sono farmaci antiepilettici,
antidepressivi, oppioidi con proprietà di attrazione molecolare o recettoriale
che li rende utili per il dolore neuropatico. Seguono farmaci di uso locale come
analgesici o cerotti che si possono applicare in determinate circostanze. Studi
scientifici hanno indagato se possono essere utili infiltrazioni con tossina
botulinica (applicazioni limitate). Trattamenti più invasivi in alcune circostanze
specifiche vanno dalla radiofrequenza ad interventi più importanti a livello
cerebrale. Nell’Istituto C. Besta uno strumento attraverso ultrasuoni permette
di identificare un “target” specifico e di colpirlo. Come per il tremore per il
Parkinson è utilizzato per casi molto selezionati di dolore. La terapia non
farmacologica, talvolta negletta, è importante per le cefalee e lo diventerà
sempre di più in futuro. Passa dalla mindfulness a terapie cognitivo

comportamentali. Modificazioni dinamiche nella connettività del sistema
nervoso centrale, del cervello hanno un ruolo importante alla base della
variabilità di dolore che ogni individuo ha in relazione all’ambiente ed al proprio
stato cognitivo.

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