Gli interessanti lavori dei giovani ricercatori presentati a Parma Diabete sono una porta sul futuro: ascoltati e incoraggiati da SID – Società Italiana di Diabetologia che si avvia ad un altro importante momento con il Congresso Nazionale dal 26 al 29 ottobre 2022 a Rimini

Con la due giorni del congresso Parma Diabete del mese scorso si è dato il via al grande fermento della Società italiana di Diabetologia- SID, per i prossimi appuntamenti dell’ultimo semestre 2022, grazie ai giovani ricercatori e al lavoro di squadra dei coordinatori scientifici, professori Riccardo C. Bonadonna (Parma), Agostino Consoli presidente SID (Chieti-Pescara) e Massimo Federici (Roma). Ci si prepara infatti per il congresso Nazionale della SID a Rimini dal 26 al 29 ottobre 2022 e la Giornata Mondiale del Diabete il 14 novembre 2022. Particolarmente innovativo, il Parma Diabete si è svolto seguendo un programma che ha affrontato sia tematiche strettamente collegate al diabete, che formazione e discussione su temi ad esse correlate. Una vetrina interessante che ha messo in luce oltre alle opportunità e aspettative sulla Società, con la nuova sezione di indagine SWOT Diabetes, i lavori dei ricercatori più giovani, valide promesse per il futuro della ricerca italiana in diabetologia. I progetti più recenti ed i risultati più interessanti ottenuti da questi giovani scienziati selezionati dal Comitato Scientifico SID sulla base dei loro curriculum vitae e dei lavori scientifici pubblicati, sono stati ampiamente discussi e dibattuti, con il contributo di mentor ed  investigatori senior, in un ambito informale e costruttivo. Hanno partecipato con le loro eccellenti relazioni i ricercatori Giuseppe Della Pepa (dell’Università Federico II, Napoli), Iacopo Gesmundo (Torino); Michele Longo (Napoli); Roberto Bizzotto (Padova); Nicola Marrano (Università degli Studi di Bari), Laura Montefusco (Milano); Miriam Longo (Napoli); Rosita Primavera (Genova); Carla Immacolata Lucia Greco (Reggio Emilia-Modena); Chiara Cefalo (Roma); Stefano Ciardullo (Monza). Tra questi, ci piace citare il lavoro “Clinical and mechanistic evaluation of the impact of dietary modification on liver fat: the journey from a reductionistic approach to a holistic perspective”, diGiuseppe Della Pepa (dell’Università Federico II, Napoli) che ha dichiarato “la nostra linea di ricerca ha voluto elaborare un modello caratterizzato da differenti componenti alimentari agendo sulla composizione macro e micro della dieta per valutare un possibile effetto sulla riduzione di steatosi, non prescrivendo al paziente un regime drastico ipocalorico. E abbiamo constatato come una dieta multifattoriale ricca di Fibra, Polifenoli, Vitamina E e Omega 3 è in grado di ridurre il contenuto epatico di grasso a sole 8 settimane di circa il 40%, dato rilevante da un punto di vista clinico perché la Steatosi è frequente, si associa a complicanze micro macro vascolari e aumenta la mortalità”. Oppure il lavoro di Laura Montefusco (Fatebenefratelli Sacco, Milano) “How COVID-19 leads to direct and indirect disruption of beta-cell function” ricerca che ha portato la dottoressa ad affermare Abbiamo approfondito se nei pazienti che non avevano storia di diabete ci potessero essere delle alterazioni glicometaboliche dopo l’infezione da Covid, e in effetti abbiamo riscontrato analizzando un’ampia popolazione di ricoverati nella nostra struttura che una gran parte, cioè  il 46% dei pazienti ricoverati presentavano iperglicemia e un ulteriore 27% risultava essere diabetico, di cui un ulteriore 12% di nuova diagnosi e cosa ancora più interessante abbiamo visto che questi pazienti iperglicemici rimanevano per una buona quota, almeno il 35% iperglicemici anche a 6 mesi.” E, infine, il lavoro di Nicola Marrano (Università degli Studi di Bari) dal titolo “Cross-Talk Multi-Organo e Patogenesi del Diabete Mellito di Tipo 2: il Ruolo della Beta-cellula” con la prospettiva dinuove potenziali terapie, come l’ormone Irisina, estremamente interessante perché è una molecola prodotta naturalmente in seguito all’attività fisica con capacità di abbassare il valore di glicemia ma anche di agire sulle principali complicanze del diabete.

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