Prigionieri dimenticati di Katia Anedda Italiani, detenuti all’estero tra anomalie e diritti negati
Un viaggio-inchiesta alla scoperta di un mondo spietato e negletto. È il mondo degli italiani detenuti all’estero, ignari interpreti di complesse e ingiuste vicende giudiziarie e prigionieri di un silenzio avvilente. Attraverso una ricostruzione ampia e dettagliata delle vicende e del contesto in cui si sviluppano, l’autrice ci conduce dinanzi a storie drammatiche e surreali che accomunano molti nostri connazionali, costretti a vivere una detenzione oltre confine che non gli appartiene e a subire, e condividere con i propri cari, eventi dolorosi e incomprensibili nell’indifferenza dei media e delle istituzioni.
Da otto anni mi batto per la tutela dei diritti umani dei nostri connazionali detenuti all’estero. Mi chiamo Katia Anedda, e nel 2008 ho fondato l’associazione Prigionieri del Silenzio da quando Carlo Parlanti (mio ex compagno), condannato a 9 anni di reclusione negli Usa.
Da qui la decisione mettere nero su bianco la disavventura e dopo un’attenta ricerca, una raccolta di casi assurdi e incomprensibili delle leggi internazionali e i comportamenti scorretti e ingiustificati nei confronti dei detenuti italiani all’estero.
Il libro raccoglie 13 storie reali dove i “bancomat” (così vengono chiamati i prigionieri) a parte qualcuno che è rientrato in Italia, sono o deceduti nelle carceri o ancora detenuti.
Oggi si stima oltre 3000 detenuti e non sappiamo cosa e come la loro storia proseguirà per via del silenzio mantenuto tra istituzioni italiane e estere.