Fibrosi Cistica: alleanza Roche e Mylan per essere più vicini a pazienti e centri specializzati

Secondo i dati del Registro Italiano Fibrosi Cistica per l’anno 2016, basati su 28 centri italiani, in Italia nel 2016 è stata diagnosticata la fibrosi cistica a 362 pazienti, con una età mediana di 21 anni.

 

Nel 56,7% dei casi, i pazienti sono adulti (>18). A causa dell’alterazione degli organi interessati, che possono andare incontro anche a insufficienza, epatica e respiratoria, il paziente dovrà essere sottoposto al trapianto. Gli organi più frequentemente colpiti sono il fegato e il polmone. Nella fibrosi cistica, dopo l’intervento al polmone, si registra una sopravvivenza a 5 anni del 60-70%. Ma quella a 10 anni, invece, oscilla tra il 30 e il 40%.  Nel primo anno, inoltre, le infezioni sono la prima causa di mortalità, nel 30-40% dei casi. Dopo il primo anno, invece, è il rigetto cronico il principale agente di morte, ragione del 70-80% dei casi. Poi ci sono altre cause di morte, come i tumori, soprattutto di origine ematopoietica, che subentrano a distanza di qualche anno dal trapianto. Mentre la mortalità per infezioni colpisce il 20% dei pazienti trapiantati.

Diversi i nuovi farmaci in arrivo, tra questi gli anche gli inibitori dell’elastasi neutrofila, uno degli enzimi che danneggia maggiormente il polmone.Roche e Mylan, entrambe da anni impegnate nella cura della fibrosi cistica con terapie di importante impatto clinico, hanno deciso di unire le proprie forze firmando un accordo di promozione congiunta del farmaco indicato per i pazienti affetti da fibrosi cistica, di cui Roche continua a mantenere la titolarità della AIC. Questo nuovo accordo tra Roche e Mylan permetterà quindi di raggiungere una maggiore capillarità di informazione scientifica sul territorio nell’implementazione della terapia inalatoria unica a base dell’enzima desossiribonucleasi DNAsi; l’effetto sarà anche quello di una conseguente vicinanza ai pazienti e ai centri specializzati per una sempre maggiore attenzione ai bisogni della comunità di persone affette da Fibrosi Cistica.

Questo enzima denominato “desossiribonucleasi” (DNAsi) è detto anche “alfa-dornasi”; è prodotto attraverso tecniche del DNA ricombinante. Questo enzima, naturalmente presente nei tessuti umani, trova impiego in pazienti con Fibrosi Cistica che hanno elevate concentrazioni di DNA nel muco, rilasciate dalla distruzione dei globuli bianchi che intervengono nei processi infiammatori a livello bronchiale. L’azione dell’enzima espleta un effetto “mucolitico” disostruendo le vie aeree e contribuendo a prolungare la sopravvivenza dei pazienti.

La storia di Roche è una lunga storia di innovazione: ci impegniamo da sempre per mettere a disposizione dei pazienti terapie sempre più personalizzate, rivolte a specifici gruppi di pazienti, sviluppando cure fino a pochi anni fa impensabili e integrando al contempo servizi di qualità” – dichiara Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia – “La collaborazione con Mylan, avviata nell’area della Fibrosi Cistica, nasce dalla consapevolezza del fatto che sia importante unire le forze e progettare una strategia che possa soddisfare le necessità delle persone adulte con FC, anche in considerazione della previsione di un loro consistente aumento nel prossimo decennio”.

Questa partnership con Roche è un esempio concreto dell’impegno di Mylan nell’area della salute” – aggiunge Fabio Torriglia, Country Manager di Mylan Italia – “Da sempre sosteniamo la ricerca volta a trovare soluzioni mirate e innovative per la salute dei pazienti e ci impegniamo nell’adottare strategie di comunicazione con l’obiettivo di incrementare la conoscenza dei comportamenti da adottare nella gestione della Fibrosi Cistica e di ottimizzare le modalità con cui pazienti e familiari affrontano la patologia, in modo da migliorare la qualità di vita”.

Secondo i dati del Registro Italiano Fibrosi Cistica per l’anno 2016, basati su 28 centri italiani, in Italia nel 2016 è stata diagnosticata la fibrosi cistica a 362 pazienti, con una età mediana di 21 anni. Nel 56,7% dei casi, i pazienti sono adulti (>18). A causa dell’alterazione degli organi interessati, che possono andare incontro anche a insufficienza, epatica e respiratoria, il paziente dovrà essere sottoposto al trapianto. Gli organi più frequentemente colpiti sono il fegato e il polmone. Nella fibrosi cistica, dopo l’intervento al polmone, si registra una sopravvivenza a 5 anni del 60-70%. Ma quella a 10 anni, invece, oscilla tra il 30 e il 40%.  Nel primo anno, inoltre, le infezioni sono la prima causa di mortalità, nel 30-40% dei casi. Dopo il primo anno, invece, è il rigetto cronico il principale agente di morte, ragione del 70-80% dei casi. Poi ci sono altre cause di morte, come i tumori, soprattutto di origine ematopoietica, che subentrano a distanza di qualche anno dal trapianto. Mentre la mortalità per infezioni colpisce il 20% dei pazienti trapiantati.

Diversi i nuovi farmaci in arrivo, tra questi gli anche gli inibitori dell’elastasi neutrofila, uno degli enzimi che danneggia maggiormente il polmone.Roche e Mylan, entrambe da anni impegnate nella cura della fibrosi cistica con terapie di importante impatto clinico, hanno deciso di unire le proprie forze firmando un accordo di promozione congiunta del farmaco indicato per i pazienti affetti da fibrosi cistica, di cui Roche continua a mantenere la titolarità della AIC. Questo nuovo accordo tra Roche e Mylan permetterà quindi di raggiungere una maggiore capillarità di informazione scientifica sul territorio nell’implementazione della terapia inalatoria unica a base dell’enzima desossiribonucleasi DNAsi; l’effetto sarà anche quello di una conseguente vicinanza ai pazienti e ai centri specializzati per una sempre maggiore attenzione ai bisogni della comunità di persone affette da Fibrosi Cistica.

Questo enzima denominato “desossiribonucleasi” (DNAsi) è detto anche “alfa-dornasi”; è prodotto attraverso tecniche del DNA ricombinante. Questo enzima, naturalmente presente nei tessuti umani, trova impiego in pazienti con Fibrosi Cistica che hanno elevate concentrazioni di DNA nel muco, rilasciate dalla distruzione dei globuli bianchi che intervengono nei processi infiammatori a livello bronchiale. L’azione dell’enzima espleta un effetto “mucolitico” disostruendo le vie aeree e contribuendo a prolungare la sopravvivenza dei pazienti.

La storia di Roche è una lunga storia di innovazione: ci impegniamo da sempre per mettere a disposizione dei pazienti terapie sempre più personalizzate, rivolte a specifici gruppi di pazienti, sviluppando cure fino a pochi anni fa impensabili e integrando al contempo servizi di qualità” – dichiara Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia – “La collaborazione con Mylan, avviata nell’area della Fibrosi Cistica, nasce dalla consapevolezza del fatto che sia importante unire le forze e progettare una strategia che possa soddisfare le necessità delle persone adulte con FC, anche in considerazione della previsione di un loro consistente aumento nel prossimo decennio”.

Questa partnership con Roche è un esempio concreto dell’impegno di Mylan nell’area della salute” – aggiunge Fabio Torriglia, Country Manager di Mylan Italia – “Da sempre sosteniamo la ricerca volta a trovare soluzioni mirate e innovative per la salute dei pazienti e ci impegniamo nell’adottare strategie di comunicazione con l’obiettivo di incrementare la conoscenza dei comportamenti da adottare nella gestione della Fibrosi Cistica e di ottimizzare le modalità con cui pazienti e familiari affrontano la patologia, in modo da migliorare la qualità di vita”.

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