Domani a Catania, prende il via la tre giorni dell’Associazione Italiana di Epidemiologia

 di Maria Grazia Elfio
 
I lavori del 43° Convegno dell’AIE (Associazione Italiana di Epidemiologia) dal titolo “L’Epidemiologia una nessuna e centomila: quale contributo per le decisioni in sanità pubblica?”, partiranno domani 23 ottobre e proseguiranno fino al 25 ottobre. L’evento, organizzato dall’Associazione Italiana di Epidemiologia, in collaborazione con l’Assessorato Regionale alla Salute, l’Università degli Studi di Catania, l’ASP di Catania, il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e il CEFPAS di Caltanissetta, sarà ospitato presso il Monastero dei Benedettini (Piazza Danta Alighieri, 32). Al centro dell’appuntamento la prevenzione e le prospettive future dell’epidemiologia che, oggi, come afferma il presidente AIE, Salvatore Scondotto : “E’ in grado di fornire ai decisori indicazioni utili per l’azione in sanità pubblica e a Catania cercheremo di valorizzare le ricadute delle migliori evidenze attualmente disponibili in campo epidemiologico attraverso il confronto tra professionisti e istituzioni”. La sessione inaugurale è prevista per il pomeriggio del 23 ottobre, alle ore 14.30. Interverranno: l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza; il sindaco di Catania, Salvo Pogliese ed il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo. Saranno presenti anche: Maria Letizia Di Liberti (dirigente generale DASOE), Roberto Sanfilippo (direttore generale CEFPAS), Maurizio Lanza (direttore generale ASP Catania), Giampiero Bonaccorsi (direttore generale ff AUO Policlinico), Salvatore Giuffrida (direttore generale Azienda Ospedaliera Cannizzaro), Fabrizio De Nicola (direttore generale ARNAS Garibaldi). Al centro dei lavori anche l’impatto dei programmi di prevenzione tra obbligo e adesione consapevole. Sul punto Pierluigi Lopalco (Università degli Studi di Pisa) afferma: “L’adesione consapevole ai programmi di prevenzione è l’obiettivo primario della sanità pubblica e davanti al fallimento di programmi preventivi dovuti alla scarsa adesione dei cittadini, spesso l’obbligo rappresenta una scelta condivisibile”. La legge 119/2017 che ha allargato in Italia l’obbligo vaccinale ha certamente rappresentato un punto di rottura con il passato e, pertanto, la valutazione del suo impatto rappresenta una priorità. L’epidemiologia offre gli strumenti tecnici per valutare l’impatto dei programmi sanitari. Nel caso della legge sull’obbligo vaccinale, i primi dati mostrano un aumento delle coperture, particolarmente evidente per morbillo, rosolia e parotite che, su scala nazionale ha recuperato il 5,9%, avvicinandosi finalmente alla soglia del 95%.  “Tuttavia – continua Lopalco – l’epidemiologia tradizionale non fornisce all’operatore di sanità pubblica la cassetta degli attrezzi oggi necessaria per valutare l’impatto di tali scelte programmatiche su aspetti non strettamente sanitari come l’esitazione vaccinale”. Nuovi indicatori e tecniche devono dunque aggiungersi all’armamentario culturale degli operatori. “Fra questi – sottolinea Lopalco – ricordiamo strumenti come la sentiment analysis che può essere effettuata sui messaggi twitter, o tecniche di analisi qualitativa dei testi tratti da interviste dirette o estrapolate da discussioni su social media. La valutazione dell’impatto di scelte sanitarie sui comportamenti dei cittadini è dunque importante sia per mettere in discussione le scelte fatte, ma anche per prevedere i comportamenti e finalmente operare scelte non in reazione a fenomeni gravi quale il calo delle coperture, ma in anticipo ad essi, come è giusto che sia nel campo della prevenzione e promozione della salute. Tra i relatori della convention anche: Daniela Galeone (Ministero della Salute) sul contributo dell’epidemiologia per il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione; Fabrizio Faggiano (Università del Piemonte Orientale) sul ruolo dell’Epidemiologia per l’efficacia degli interventi di prevenzione; Nereo Segnan (Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte-CPO) sul laboratorio della prevenzione piemontese ed in particolare sui Metodi per valutazione delle priorità e della sostenibilità degli interventi.
Il programma dei lavori prevede anche sessioni parallele dove gli operatori e gli esperti si confronteranno su ambiti tematici di particolare rilevanza dal punto di vista epidemiologico (stili di vita, ambiente e salute, diseguaglianze, epidemiologia valutativa, tumori e farmacoepidemiologia). Al centro dei seminari satellite e dei workshop del 23 ottobre, dalle ore 9.30 alle 13.30, i seguenti temi:
  • Health Equity Audit e Piano Regionale della Prevenzione (coordinato da: ASL TO3 Regione Piemonte)
  • Le esperienze di comunicazione del rischio nei SIN di Biancavilla e di Milazzo (coordinato da: Università di Catania)
  • Accesso alle cure, sostegno psicologico e sorveglianza epidemiologica delle patologie amianto correlate in Italia: un progetto integrato (coordinato da: INAIL Roma e Università del Piemonte Orientale)
  • L’utilizzo del Global Burden of Disease a supporto della programmazione sanitaria: punti di forza e criticità dall’esperienza del Laboratorio della Prevenzione (coordinato da: CPO Piemonte)
  • Workshop – Indicatori di appropriatezza prescrittiva a sostegno delle politiche sanitarie; Gruppo Farmacoepidemiologia in collaborazione con SIF

Workshop – Salute dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo – in collaborazione con SIMM, CRI e IDOS

 

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