L’Ambasciata d’Italia a Madrid è il nuovo libro dell’Ambasciatore Gaetano Cortese

Collana dell’Editore Colombo incornicia “Il Palazzo dei Marchesi di Amboage” sede
dell’Ambasciatore italiano a Madrid.

 

 

 

di Francesco Franza

 

 

Quasi come appuntamento annuale, e dunque atteso da
molti, ecco un nuovo volume dell’Ambasciatore
Gaetano Cortese, che fa luce sull’Ambasciata italiana a
Madrid, dal titolo “Il Palazzo dei Marchesi di
Amboage”, nel centosessantesimo anniversario
dell'Unità d'Italia e delle relazioni diplomatiche tra
l’Italia e la Spagna. Appartiene alla Collana dell’editore
Carlo Colombo di cui l’Ambasciatore Gaetano Cortese dal
2000 ne è il fondatore e il curatore; e nell’introduzione
scrive: “Saremo soprattutto lieti se il racconto e le
immagini del volume riusciranno ad esprimere il
sentimento di ammirazione per le energie spese, senza
risparmio, da quanti (committente, architetti, artisti,
Ambasciatori italiani, Autorità spagnole), succedutisi nella
Residenza, hanno contribuito ad evitare al Palazzo dei
Marchesi diAmboage – malgrado il trascorrere del tempo e
le mutazioni dei costumi – una parabola discendente”. Ben
pagine, cartonato con sovraccoperta, carta e caratteri di
pregio, immagini a corredo del testo di illuminante
iconologia, di espresso rilievo fotografico e sequenziale
apparato artistico. Un libro strenna che non può mancare
nelle più importanti biblioteche sia istituzionali che private
uin Italia e all’estero.

Dopo l’introduzione dell’Ambasciatore G. Cortese prima un saluto
dell’Ambasciatore d’Italia a Madrid Riccardo
Guariglia, successivamente anche saluto
dell’Ambasciatore di Spagna a Roma, Alfonso Dastis.
“L’Ambasciata d’Italia a Madrid, – scrive l’Ambasciatore
Riccardo Guariglia- ubicata nell’elegante quartiere di
Salamanca, oltre ad essere considerata uno dei palazzi più
belli della capitale spagnola, noto come il Palacio de
Amboage, ex residenza dei marchesi che ne
commissionarono la costruzione nel 1914, è un luogo che
negli ultimi anni è stato vieppiù aperto alla società civile,
affinché la bellezza che lo connota potesse essere fruita e
goduta da tutti. Ha ospitato e continua ad ospitare -nei suoi
ricchi saloni, nel suo ampio giardino, vera e propria rarità
nel centro di Madrid, e finanche nella sua preziosa Cappella
– centinaia di eventi, di appuntamenti istituzionali e non, tra
cui incontri con la collettività italiana in Spagna,
esposizioni artistiche, presentazioni di libri, concerti o
manifestazioni per l’avvio e la conclusione di specifiche
iniziative dell’Ambasciata”. Arricchiscono le pagine i
contributi degli Ambasciatori Amedeo de Franchis
“Palazzo Amboage 2002-2006” e Leonardo Visconti di
Modrone, “La Spagna come l’ho vista io “, già
Ambasciatori d’Italia in Spagna in precedenti missioni
diplomatiche presso la rappresentanza diplomatica
italiana. Di singolare caratura l’intervento
dell’Ambasciatore Rocco Cangelosi con un’ analisi su
“Il destino comune di Spagna e Italia nella Unione
Europea”, senza dimenticare il preziosissimo e
documentato lavoro storico del professor Francesco Perfetti dal titolo “Italia e Spagna, un lungo e articolato rapporto”.

Grande storia vive attorno al Palazzo dei Marchesi di
Amboage, già di proprietà del Marchese de Amboage
singolare personaggio spagnolo che si fregiava di un titolo
nobiliare concessogli dal Vaticano. L’edificio è dei primi
anni del XX secolo ad opera dell'architetto spagnolo
Joaquìn Rojì, concepito come parte di un’estetica da
barocco francese, da richiamare una sorta di antichità e fare
così epoca. Il Palazzo vive nel cuore del quartiere
madrileno di Salamanca, a Calle Lagasca n. 98, ed è
attualmente sede dell’Ambasciata d’Italia presso il Regno
di Spagna e il Principato di Andorra. Acquistato dal
Governo italiano nel lontano 1939 divenne la sede dell'
Ambasciata d’Italia nel Regno di Spagna. Occorre tener
presente che fino al 1936, a ridosso della guerra civile
spagnola, l’Ambasciata d’Italia a Madrid era ubicata nel
centro storico, in un edificio situato in Calle Mayor
acquistato dal Governo italiano fin dal 1888 e la cui
costruzione è datata alla seconda metà del secolo XVI.
Tale edificio, che era appartenuto ai Duchi di Abrantes,
subì con il tempo numerose trasformazioni alla più
importante delle quali, l’ultima, eseguita nel 1846, si deve
l’attuale prospetto. All’indomani della guerra civile
spagnola, il Governo italiano e l’allora Ministro degli
Esteri destinò l’edificio di Calle Mayor a sede
dell’Istituto Italiano di Cultura, pur conservandone
architetture e arredi mirati, tanto che ancora oggi
l’Istituto appare non solo sede di grande prestigio, ma
oltremodo funzionale alle esigenze e ai doveri istituzionali.

 

Alla fine del 1939, il Governo italiano acquistò un altro edificio, situato nella calle Lagasca, e in
esso vi trasferì l’Ambasciata d’Italia, ove ha tuttora sede.
Qualunque visitatore rimarrà esterefatto dalla bellezza
e dalla compiutezza architettonica del Palazzo dei
Marchesi di Amboage che occupa un intero isolato della
capitale spagnola, inglobando oltre all'edificio
principale, un giardino con un'estensione di 680 m²; un
intero isolato fra le calles Lagasca, Juan Bravo, Velázquez
e Padilla, in pieno Ensanche, quel reticolato di strade che
portò alla crescita urbanistica di Madrid ad inizio del
‘900. “È un bell’esemplare delle moderne costruzioni di
Madrid, che vanno dando alla città un aspetto sontuoso,
di gran città, alle aree di recente urbanizzazione”; così
si esprimeva nel 1917 la rivista Achitettura e Costruzione
sull’edificio che era in via di conclusione. E dunque il
palazzo-ambasciata a tre piani che dà su un vasto giardino,
comprende anche un edificio di servizio di dimensioni
minori. La Cancelleria Diplomatica è sistemata all’ultimo
piano dell’Ambasciata, mentre gli altri piani sono destinati
ai saloni di rappresentanza e a residenza privata del Capo
Missione. Nei saloni di rappresentanza si trovano numerose
opere d’arte (pitture e sculture) di proprietà del Ministero
degli Affari Esteri o concesse in deposito temporale dalla
Galleria Nazionale di Roma, dal Museo Nazionale di
Roma, dal Museo di Napoli, dalla Galleria di Capodimonte
e dalla Galleria di Firenze.

Tra le opere figurano molti esemplari dell’arte pittorica italiana del XVII secolo
(specialmente della scuola napoletana e parmense) tra
cui risaltano nomi di insigni maestri come Salvator Rosa, Cavalier D’Arpino, Pier Francesco Mola e
Federico Buzzi. Notoriamente illustri le opere di
maestri stranieri in particolare della pittura fiamminga
del Seicento e del Settecento. Alla sommità della
scalinata si intravede, nella veranda, in tutto il suo
splendore e la sua notevole bellezza, la scultura in
marmo della “bailaora”, dovuta a Mariano Benlliure
(famoso artista spagnolo) che riproduce la celebre
ballerina Pastora Imperi. Né va dimenticato il biliardo
stile Impero, con elementi decorativi di legno e metallo,
intarsiato, e costruito espressamente a Forlì nel 1884. Di
questo spettacolare edificio madrileno l’editrice d’arte
FMR ha dedicato nel 2005 un volume di notevole
prestigio dal titolo “L’Ambasciata d’Italia in Spagna.La
bellissima pubblicazione dell’Ambasciatore Gaetano
Cortese riguardante l’Ambasciata italiana a Madrid, uscita
per la collana dell’Editore Colombo, altamente
documentata nella sua storia diplomatica, contiene anche
una intera sezione, ampiamente illustrata, sui protagonisti
delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Spagna negli
ultimi centosessanta anni, con la ricostruzione storico-
diplomatica, dal Regno d’Italia ad oggi, di tutti i Capi di
Stato, Capi di Governo, Ministri degli Affari
Esteri, Segretari Generali del Ministero degli Affari Esteri e
Rappresentanti diplomatici che hanno segnato la storia dal
1861 al 2021.

E per finire, vive ed esaustive dal punto di
vista storico-politico le splendide immagini delle varie
visite di Stato dei Reali di Spagna in Italia e dei Presidenti
della Repubblica in Spagna, molte delle quali tratte dagli
archivi storici della Presidenza della Repubblica e

dell’Ansa, che permettono al lettore di poter accedere a foto
storiche di grande impatto visivo.
Ora la storia gloriosa di questo palazzo parte proprio da chi
ne fu il proprietario prima dell’acquisto da parte dello Stato
Italiano; Ramon y Pla Monge (Ferrol, 19 ottobre 1823 –
Madrid, 6 settembre, 1892) un uomo d’affari della
Galizia del XIX secolo, conosciuto come marchese di
Amboage; di famiglia benestante figlio di Felix Plá Pulles
e Ramona Monge Amboage, sposato con Faustina Peñalver,
dalla quale ha avuto due figli. In gioventù emigrò a Cuba,
dove creò una attività commerciale legata all’Azienda del
Gas dell’Avana e una succursale a Matanzas. Tornato a
Ferrol gli viene insignito il titolo di Marchese di Amboage
il 21 giugno 1884 e la Grande Croce di Isabel la Católica, e
diventò poi consigliere del Banco Hipotecario de España.
Dopo la morte del suo primo figlio il 13 luglio 1891 in un
incidente militare, decise nel 1892 di dedicare un terzo
della sua fortuna alla fondazione ora conosciuta come
Fundación Ramón Plá, Marqués de Amboage.

 

E avendo tra le mani questo preziosissimo volume che
documenta in modo encomiabile la storia
dell’Ambasciata d’Italia in Spagna, opera voluta e
portata a termine dall’Ambasciatore Gaetano Cortese,
che si aggiunge ai precedenti tomi della fortunata
collana dell’Editore Colombo, non si può non dire che
l’editoria storico-politica e diplomatica ha portato a
termine pagine di un capolavoro che sottolinea certo la
diplomazia italiana e il suo lavoro, ma ancor più

illumina il patrimonio culturale che il Paese Italia
possiede nel mondo, certo faro unico e insostituibile.

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