L’Università degli Studi di Milano e i Comuni della Città metropolitana di Milano uniti per sconfiggere il diabete e l’obesità urbani

Oltre al capoluogo, sono 36 i Comuni della Città metropolitana di Milano che fanno parte di Milano Cities Changing Diabetes Network, coordinato dall’Università degli Studi di Milano, per fronteggiare la preoccupante diffusione nella città di diabete e obesità

Oggi pomeriggio il tavolo di lavoro per definire e condividere come mettere in pratica i principi ispiratori dell’Urban Diabetes Declaration e della Carta di Milano sull’Urban Obesity

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono sempre di più i Comuni della Città Metropolitana di Milano che hanno deciso di aderire al progetto internazionale Cities Changing Diabetes, nato per fronteggiare la preoccupante diffusione nelle città delle malattie croniche non trasmissibili, quali diabete e obesità, e di adottare formalmente il Manifesto “La Salute nelle Città, bene Comune”. Ad oggi, oltre al Comune di Milano, sono infatti 36 i comuni dell’Hinterland che sono entrati a far parte di Milano Cities Changing Diabetes Network, rete di collaborazione e confronto tra le amministrazioni comunali aderenti, coordinata dall’Università degli Studi di Milano. L’obiettivo è quello di stimolare una positiva interazione tra i vari enti, promuovere iniziative comuni, incentivare lo scambio di best practice per migliorare la salute e il benessere dei cittadini.

Proprio per approfondire il tema del diabete e dell’obesità nelle città, partendo da due documenti strategici, l’Urban Diabetes Declaration e la Carta di Milano sull’Urban Obesity, e per discutere su come poter implementare nella pratica quotidiana i principi ispiratori di questi due documenti, è stato organizzato l’incontro di oggi “Milano Cities Changing Diabetes – Il Network e la città” presso la sala di rappresentanza dell’Università degli Studi di Milano, con la partecipazione di esponenti dell’Università degli Studi di Milano, Regione Lombardia, ANCI Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, ATS Città Metropolitana di Milano e della Rete dei Comuni aderenti al progetto.

Milano, dopo Roma, è la seconda città italiana per dimensione, con una popolazione di oltre 3,2 milioni di persone, di cui il 5,7 per cento ha il diabete “Si parla di numeri importanti, perché tra i casi accertati e quelli che non sanno di averlo, si stima siano oltre 240.000 le persone con diabete nell’area metropolitana di Milano, con un forte impatto sulla sanità della Regione. Basti pensare che il costo diretto medio annuo stimato da ATS Città Metropolitana di Milano per ciascun paziente con diabete adulto è di 2912 euro, dove i ricoveri rappresentano la maggioranza dei costi”, spiega Livio Luzi, Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Milano nonché Direttore del Dipartimento di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche del Gruppo MultiMedica e Presidente del Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes.

Il progetto internazionale Cities Changing Diabetes, realizzato in partnership tra University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, e che coinvolge Istituzioni nazionali, amministrazioni locali, terzo settore e mondo accademico, si afferma in questo contesto con l’obiettivo di arrestare la curva di crescita del diabete per prevenire più di 100 milioni di nuovi casi di diabete nel mondo entro il 2045.  Secondo il Diabetes Projection Model realizzato per la città di Milano, è previsto che, in mancanza di interventi specifici, la prevalenza del diabete continuerà ad aumentare con relativo aumento della spesa sanitaria nel tempo. Al contrario, con l’attivazione di adeguati strumenti di policy che risultino in una riduzione del tasso di obesità del 25 per cento, si dovrebbe assistere a una riduzione di circa 9 mila persone con diabete nell’area metropolitana, con un risparmio di circa 25 milioni di euro in termini di spesa sanitaria nel 2045.

“L’obesità è uno dei principali fattori di rischio per il diabete e rappresenta un problema sempre più importante, soprattutto nelle grandi città come Milano, a causa dei profondi cambiamenti che l’urbanizzazione comporta nello stile di vita, come lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta. La peculiarità della Città Metropolitana di Milano, rispetto ad altre metropoli, è quella di avere una popolazione che per il 42 per cento è amministrata dal Comune di Milano e per il 58 per cento da 132 comuni limitrofi, aspetto che denota una forte attenzione verso il territorio ed un elevato potenziale di studio e osservazione” spiega Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano e Presidente del Comitato Esecutivo di Milano Cities Changing Diabetes, che aggiunge “Ad oggi, la partecipazione del Comune di Milano e di numerosi Comuni dell’hinterland al Network di Milano Cities Changing Diabetes permette di raggiungere una copertura del 65 per cento della popolazione dell’area metropolitana e del 63 per cento delle persone con diabete residenti, rappresentando così un esempio virtuoso di network a livello globale”.

“L’interesse e il coinvolgimento della nostra Università in questo progetto consente all’Ateneo di esprimere la volontà di dialogare con il territorio e di coinvolgere la società, nelle sue varie articolazioni, mettendo a disposizione prima e valorizzando poi i risultati delle ricerche e delle azioni originali che si generano all’interno delle sue strutture”, sottolinea Marina Carini, Prorettore alla Terza Missione, Attività Culturali e Impatto Sociale dell’Università degli Studi di Milano.  “Il progetto, ponendosi l’obiettivo di portare all’attenzione delle comunità il problema di come prevenire, combattere e risolvere il dilagare dei fenomeni patologici e non (con chiaro riferimento a tutti i determinanti sociali e culturali) che portano allo sviluppo del diabete, dell’obesità e di molte altre patologie croniche non trasmissibili, è perfettamente in linea con gli obiettivi sociali del prorettorato alla Terza Missione che si occupa, tra le altre cose, proprio della valorizzazione sociale e culturale delle azioni innovative che si generano all’interno dell’Ateneo”, conclude.

“Al programma Cities Changing Diabetes hanno aderito ad oggi 36 città in tutto il mondo, compresa Milano che è stata inserita nel 2018 e altre cinque città italiane, a conferma di un network virtuoso che vede assieme Sindaci, Università, autorità sanitarie, società scientifiche ed esperti impegnati tutti assieme, senza silos, nel definire le azioni da intraprendere per arginare e contrastare la crescita del diabete e dell’obesità a livello urbano” dice Federico Serra direttore Italia Cities Changing Diabetes.

Ad oggi, i comuni della Città metropolitana di Milano che fanno parte di Milano Cities Changing Diabetes Network sono, oltre al capoluogo, Arese, Basiglio, Bresso, Buccinasco, Carpiano, Cernusco sul Naviglio, Cerro al Lambro, Cesano Boscone, Cinisello Balsamo, Cisliano, Cormano, Cornaredo, Cusago, Cusano Milanino, Garbagnate Milanese, Lainate, Melegnano, Paderno Dugnano, Parabiago, Pero, Peschiera Borromeo, Pioltello, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rho, Rozzano, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Segrate, Senago, Trezzano sul Naviglio, Trezzo d’Adda, Vanzago, Vaprio d’Adda, Vimodrone, Vizzolo Predabissi. Altre amministrazioni sono in fase di adesione.

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