MONZA, PRIMA GRAVIDANZA IN ITALIA CON IL CONGELAMENTO AUTOMATIZZATO DEGLI OVOCITI

Presso il Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi degli Istituti Clinici Zucchi di Monza, convenzionato con il SSN, si è ottenuta la prima gravidanza mediante l’impiego di un innovativo macchinario per il congelamento automatizzato degli ovociti e degli embrioni, che consente di migliorare l’esito dei trattamenti.

Il processo di crioconservazione di ovociti ed embrioni è uno dei più delicati nella fecondazione assistita, automatizzarlo significa ottenere un processo controllato, con una standardizzazione perfetta e non dipendente unicamente dal fattore umano.

“Fino ad oggi il processo di vitrificazione è stato svolto con una metodologia completamente manuale, fattore che ha determinato la variabilità dei tassi di sopravvivenza delle cellule in quanto dipendente esclusivamente dalle abilità dell’operatore”. Spiega la Dott.ssa Maria Beatrice Dal Canto, Biologa e Direttrice di Laboratorio presso i centri di Medicina della Riproduzione Biogenesi di Monza (presso gli Istituti Clinici Zucchi). “L’arrivo di questo nuovo strumento per la vitrificazione automatica ha portato grandi benefici per il nostro centro, che è il primo in Italia ad avere ottenuto una gravidanza mediante l’impiego di questa innovazione. La novità è particolarmente importante perché Biogenesi opera in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, mettendo a disposizione quindi di tutti i cittadini competenze e soluzioni di elevatissima qualità.”

Nella vitrificazione manuale, l’operatore esperto deve disidratare l’ovocita o l’embrione attraverso l’immersione degli stessi in diverse soluzioni per il congelamento, utilizzando un timer per rispettare le tempistiche. Alla fine della disidratazione è necessario posizionare correttamente la cellula sui piccoli dispositivi di congelamento da immergere in azoto liquido. Ogni singolo passaggio è cruciale affinché il congelamento vada a buon fine. “Con l’utilizzo dello strumento di vitrificazione automatizzata i nostri operatori si limitano a posizionare l’ovocita o l’embrione all’interno del dispositivo di congelamento, dove rimane per tutto il processo. La disidratazione della cellula viene poi avviata e controllata dalla macchina, passo dopo passo. Questo ci dà la certezza che ogni passaggio venga svolto in maniera assolutamente controllata e standardizzata.” Spiega il Dott. Mario Mignini Renzini, Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza e Direttore Medico del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi.

 

Nelle foto:

  • Dott.ssa Maria Beatrice Dal Canto, Biologa e Direttrice di Laboratorio presso i centri di Medicina della Riproduzione Biogenesi di Monza (presso gli Istituti Clinici Zucchi).
  • Dott. Mario Mignini Renzini, Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza e Direttore Medico del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi.

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