Malattie cardiovascolari nell’anziano…………..

……………..per 7 clinici su 10 vince la sinergia tra strumenti tradizionali e nuove tecnologie quale soluzione patient-friendly per la longevità

 

 

 

 

 

 

Oltre 3 clinici su 10 prediligono l’impiego di strumenti tecnologici quali wearable devices, App e servizi di telemedicina, e ben il 66% ritiene che l’utilizzo sinergico delle nuove tecnologie con gli strumenti tradizionali rappresenti la soluzione più efficace per affrontare le criticità riscontrate nella gestione del paziente anziano cardiopatico o a rischio cardiovascolare: percentuale che sale al 70% prendendo in esame la classe medica della fascia d’età 56-75 anni.

Questi, in estrema sintesi, alcuni dei risultati di una survey promossa e realizzata da HPS – AboutPharma and Medical Devices e presentati oggi alla conferenza organizzata da Daiichi Sankyo Italia. L’indagine ha coinvolto oltre 450 clinici, tra cardiologi, Medici di Medicina Generale, internisti e geriatri, allo scopo di far emergere quali possono essere gli strumenti patient-friendlyda utilizzare al fine di migliorare la gestione dell’anziano cronico e politrattato in area cardiovascolare, favorendo altresì la promozione di corretti stili di vita presso la popolazione anziana.

 

La principale criticità riscontrata dai clinici nella gestione di questa patologia di pazienti è il decadimento cognitivo (51.3%), seguito dalla ridotta o mancata aderenza terapeutica (50.4%) e dalla resistenza o indifferenza nell’adottare uno stile di vita sano e attivo (47.8%); per 4 intervistati su 10 anche la scarsa – se non addirittura nessuna – azione di prevenzione primaria e/o secondaria incide in maniera negativa sul percorso terapeutico dei pazienti.

 

La migliore soluzione “patient friendly” per la longevità è rappresentata per la maggioranza dei clinici intervistati (6 su 10), dalla sinergia tra gli strumenti tecnologici e quelli tradizionali (visite ambulatoriali, campagne di sensibilizzazione, numero verde, ecc), che restano comunque imprescindibili per una corretta gestione del paziente cronico in area cardiovascolare.

 

Sul fronte delle nuove tecnologie, dalla survey emerge che la quasi totalità degli strumenti presi in esame sono considerati unvalido supporto per migliorare l’aderenza terapeutica: oltre l’80% del campione considera utili le applicazioni di messaggistica (88.5%) e i wearable devices (86%), mentre più di 7 intervistati su 10 propendono per la telemedicina per il monitoraggio remoto (76%) e per le App che offrono specifici servizi (75%). Le App di messaggistica, in particolare, riscuotono un ottimo successo (94%) tra i clinici della fascia d’età più giovane, dai 35 ai 55 anni.

 

Un risultato inaspettato è quello relativo alla telemedicina, considerata dal 69% degli intervistati la soluzione più efficace perfavorire la socializzazione del paziente e ridurre quindi il suo senso di isolamento.  “Nella gestione del paziente anziano il processo di cura deve essere individualizzato sulle caratteristiche e sulle necessità della singola persona, che deve essere considerata parte integrante dell’iter terapeutico”, afferma Graziano Onder del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità. “In tale contesto, la tecnologia riveste un ruolo importante perché può semplificare alcuni percorsi di cura: si pensi, per esempio, alle televisite o al telemonitoraggio, grazie al quale non è più l’assistito che deve recarsi dal dottore, ma sono i suoi dati a raggiungere direttamente il medico. È fondamentale, però, investire sull’educazione del paziente, non solo all’uso della tecnologia, ma anche alla conoscenza del proprio stato di salute, e definire cosa sia importante per la sua condizione. Inoltre, è importante che la tecnologia sia ‘disegnata’ per le esigenze cliniche dell’anziano, che tenga cioè conto dei suoi deficit visivi, funzionali e cognitivi e che ad essi si adatti, in modo da poter essere utilizzata dalla popolazione over 65”.

 

Andando ad analizzare nel dettaglio le altre aree di intervento prese in esame, si evince come i wearable devices (dispositivi indossabili) siano gli strumenti più utili per implementare strategie di prevenzione primaria e secondaria (80%), sopperire al mancato o limitato supporto del caregiver o familiare (79%), promuovere uno stile di vita salutare dal punto di vista dell’alimentazione e dell’attività fisica (75%) e contrastare il decadimento cognitivo (58%). “Le nuove tecnologie hanno ormai permeato ogni ambito del quotidiano e abbiamo visto, dai risultati della survey presentata oggi, come possano essere funzionali e di aiuto anche per le persone con problemi di salute, soprattutto se pazienti cronici. E l’approccio della nostra Azienda va proprio in questa direzione, con il nostro impegno nell’innovazione farmacologica unita a programmi di ‘patient support’, per essere a fianco dell’anziano con problemi cardiovascolari. –  conclude Massimo Grandi, Amministratore Delegato Daiichi Sankyo Italia – Sappiamo bene quanto sia importante ridurre gli errori in terapia, specie nei soggetti politrattati, per evitare danni al paziente con conseguenti prolungamenti della degenza o ricoveri ripetuti, e proprio in quest’ottica abbiamo anche sponsorizzato la realizzazione di una App, sviluppata dagli Spedali Civili di Brescia per fornire a medici e farmacisti uno strumento sempre aggiornato, di rapida e facile consultazione,  che consenta di gestire al meglio le interazioni farmacologiche e sia di supporto all’appropriatezza terapeutica”.

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