PSICOLOGIA
Le 6 regole d’oro dalla nascita all’adolescenza per crescere figli autonomi e sicuri di se’
La psicoterapeuta specializzata in Emdr, corsi evolutivi
e meditazione Monica Massa offre un cammino formativo per passi,
frutto della sua esperienza nelle Risorse umane
e in uno ‘Sportello amico’ all’interno di una scuola.
www.monicamassa.it Instagram @ massamonicashreya
In molti casi i giovani adulti italiani che dopo i 25 anni restano ancora in casa con i genitori, i cosìdetti ‘bamboccioni’, soffrono in realtà di insicurezza.
Sono 6 i passi basilari per aiutare i figli a diventare autonomi secondo la psicoterapeuta di Milano Monica Massa, specializzata in Emdr, corsi evolutivi e meditazione. Cinque consigli per un cammino dai primi giorni di vita all’adolescenza suggeriti dalla sua lunga esperienza nell’attività clinica con adulti e giovani e con come psicologa nella scuola pubblica dove ha gestito uno ‘Sportello amico’. Monica Massa integra inoltre l’approccio scientifico con l’attenzione al cuore e alle sue vere espressioni, guidando sessioni di Meditazione e per Il Risveglio del se’.
1 Dal primo attimo di vita: dare e comunicare amore per farne un adulto sicuro di se’.
Soddisfare il bisogno d’amore e di appartenenza dei figli fin dalla tenera età: in ogni momento della loro vita, devono sapere e sentire che i genitori si prendono cura di loro, che sono desiderati e tenuti in considerazione. E’ importante accarezzarli e tenerli in braccio, dire liberamente “Ti voglio bene” “Ti adoro”, “Mi piace quello che fai…” costruendo nel tempo con fatti e parole un legame anche emotivo che li farà sentire sicuri di se’. Più amore diamo ai nostri figli, più amore avranno dentro di loro e saranno capaci di darne a sé e agli altri.
2 Infanzia: permettere al bambino di affrontare le sue prime piccole prove per abituarlo alla responsabilità e a prendere decisioni.
Più esperienza acquista un individuo in campi diversi, maggiore sarà la sua fiducia in sé. Quando il figlio muove i primi passi, un gradino da superare, un oggetto da afferrare, può essere l’occasione per lasciargli sperimentare i suoi limiti e insegnargli a superarli. Trattiamo i bimbi e poi i ragazzi come se fossero quello che potenzialmente possono diventare. Un genitore che supplisce ai vuoti della propria esistenza con la protezione a oltranza dei figli, non li ama, ma li tiene soggiogati. Ad uno che non sa nuotare, non dire: Non avvicinarti all’acqua che non sai nuotare!ma piuttosto Coraggio, entra in acqua per imparare a nuotare. Come scrive D. Canfield Fisher: “Una madre non è una persona su cui appoggiarsi, ma una persona che aiuta a non aver bisogno di quell’appoggio”.
3 Durante la crescita: rispettare ogni figlio nella sua individualità perché maturi stima per se stesso
Apprezzare il bambino che accetta una sfida, indipendentemente dal risultato: diventiamo ciò che pensiamo di diventare, le nostre convinzioni determinano la nostra immagine che a sua volta determina i nostri sentimenti e i nostri comportamenti. Per questo sentirsi stimati aiuta a formarsi una buona idea di se’.
4 Adolescenza: insegnare la disciplina interiore per farne un adulto che rispetta le regole per convinzione
La disciplina interiore – o autodisciplina- è una qualità che i bambini devono imparare a esercitare su se stessi, per la ricompensa interiore che ne deriva. Non basta che obbediscano. No a minacce e ricatti. Se i ragazzi vivono la disciplina solo come imposizione autoritaria, appena potranno le regole le infrangeranno. Dobbiamo aiutare i nostri figli a formarsi un proprio codice morale autonomo. Insegniamo con le parole e l’esempio i ‘perché’ della vita, non solo ‘che cosa’ si deve o non si deve fare. Più i ‘perché’ saranno motivazioni profonde, legate ai valori umani universali, più le radici nei cuori dei nostri giovani saranno forti e capaci di reggere alle prove. Per esempio, è importante passare ai figli il senso della comunanza: “Non è mio o tuo, è nostro”’.
Una foresta nasce intrecciando le radici degli alberi nel sottosuolo, anche se in superficie si vedono gli alberi ergersi singolarmente.
5 Lasciamoli sbagliare: è così che si impara!
Spesso i genitori temono gli errori dei figli perché li vivono come un proprio fallimento. Un brutto voto a scuola, una delusione dagli amici: lasciamo che i nostri figli sperimentino anche qualche frustrazione. Sbagliare, infatti, è spesso il modo migliore per imparare. L’importante poi è rialzarsi, con l’aiuto di papà e mamma che hanno fiducia nel destino dei propri ragazzi e anche nel proprio: i bravi genitori non sono quelli perfetti (la perfezione non esiste), ma quelli consapevolidei propri pensieri, emozioni e comportamenti. La meditazione è una dimensione dove ritrovare se stessi, nella calma e nella pace. Molto utile anche per i giovani: ogni scuola dovrebbe avere nel programma scolastico un’ora alla settimana di pratica meditativa fin dalla scuola Materna.
6 Insegnare le regole e i limiti: per non far crescere dei narcisi, tiranni fragili e infelici.
L’educazione deve essere fatta anche di ‘no’ e di ‘si’ assoluti, poche fondamentali regole che riassumono tutti i valori che vogliamo tramandare. I principi salva vita. Facilmente questi punti fermi suscitano ribellione nei giovani, ma saper resistere agli assalti libertari dei figli per l’educatore è prova di amore. Comunica ai ragazzi che ci si prende cura di loro, che si è disposti a battagliare per il loro bene e che si crede in quello che si insegna. Inoltre, il ‘no’ è una forma di separazione dal figlio e resistere dà prova di non temere questo distacco e quindi di riconoscere in ultima analisi l’autonomia del giovane.