1 italiano su 3 soffre di fegato grasso. Tra i nemici più subdoli c’è l’alcol, incluso il vino

Il fegato grasso o steatosi epatica non alcolica – NAFLD è una patologia spesso sottovalutata ma in realtà assai diffusa. In Italia ne sappiamo qualcosa, visto che ne soffre il 30% della popolazione, peraltro senza una piena consapevolezza. Per accorgersene, infatti, è necessaria un’ecografia, che permette di vedere se il fegato è iper-riflettente.

 

 

La problematica è stata posta sotto i riflettori all’Università di Milano durante il «Second Young Gastroenterologist’s Day & “Milestones And Breakthrough In Ibd” Meeting» dal professor Maurizio Vecchi, Direttore UOC al Policlinico di Milano e della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente dell’Università di Milano. Ma cos’è esattamente il fegato grasso? Normalmente circa il 5% degli epatociti, le cellule del fegato, contengono grasso; nel caso del fegato grasso la percentuale è superiore. Cause del fegato grasso sono l’alimentazione e lo stile di vita, senza escludere un fattore genetico. Tra le conseguenze più serie del fegato grasso, ci sono gli effetti epatici che può originare: oltre a causare steatoepatite non alcolica, la forma a maggiore probabilità di evoluzione, la cirrosi e tumore epatico, i pazienti con NAFLD sono ad elevato rischio di patologie cardiovascolari (infarto, ictus) che rappresentano la principale causa di morte.

L’unica terapia, ad oggi, per la steatosi epatica metabolica è un corretto stile di vita. Per un’alimentazione corretta, l’ideale rimane affidarsi alla nostra dieta mediterranea, che è povera di grassi saturi, di formaggi, salumi, dolci, mentre è ricca di frutta, verdura, legumi, pesce. È poi ovviamente indispensabile una riduzione delle calorie nel caso in cui il soggetto sia sovrappeso ed è sempre necessaria una regolare attività fisica. Sono in corso di studio diversi farmaci, ma nessuno è entrato nella pratica clinica.

 

Un discorso a parte lo merita l’alcol. Un soggetto è affetto da steatosi metabolica (e non alcolica) se consuma meno di 20 grammi di alcol al giorno nel caso di una donna,, meno di 30 per gli uomini, ossia meno di 2-3 bicchieri di vino. Tuttavia, l’alcol, anche in piccole dosi, ha comunque un effetto moltiplicativo per i malati di steatosi metabolica, con un danno epatico molto aggravato. Sebbene talvolta piccoli quantitativi di vino possano essere una forma di prevenzione per le malattie cardiovascolari, uno studio recente pubblicato su Lancet riporta che l’unico quantitativo  di alcol non dannosa per la salute è 0.

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